martedì 7 novembre 2017

#SPILLI / Sicilia, e una democrazia morente (M. Ferrario)

Ho forti dubbi che avvenga. Ma forse, esauriti festeggiamenti e funerali per vincenti e perdenti delle ultime elezioni regionali in Sicilia, potrebbe finalmente accadere che qualcuno se ne accorga.

Mi riferisco al dato dell'astensione elettorale, che negli ultimi anni sta superando ogni livello di guardia. Eppure, i politici insistono nell'ignorarlo e i commentatori si limitano a segnalarlo fuggevolmente all'apertura dei seggi per poi concentrarsi sulle analisi, anche minuziose, delle percentuali dei voti espressi e dei flussi.
Tutto molto importante, per carità, ragionare sui voti espressi: ma si evita così di tenere presente la tendenza, a monte, di una maggioranza sempre maggiore di cittadini che ha deciso di non esprimere più il voto.

Anche in queste elezioni regionali siciliane l'astensione si è confermata essere un dato drammatico. 
Come nelle precedenti elezioni regionali del 2012, il partito di chi è rimasto a casa è primo in assoluto: oggi non ha votato il 53,2%, la volta scorsa il 52,6%, con un incremento, sia pure piccolo, dello 0,6%, che indica comunque la progressività apparentemente ineluttabile del fenomeno.

In questo quadro il risultato più eclatante, ma passato da tutti sotto silenzio, è che il nuovo presidente della Regione, Nello Musumeci, se ha totalizzato il 39,8% dei voti espressi, è stato tuttavia votato dal 18,7% degli aventi diritto. 
Cioè: da meno di 1 elettore su 5. 
Detto altrimenti: più di 4 elettori siciliani su 5, o non hanno votato l'attuale presidente della Regione, o l'hanno rifiutato preferendogli un altro.

In passato, quando la tendenza all'astensionismo ha iniziato in Italia il suo corso pericoloso, c'è stato qualche opinionista (anche affermato) che ha ricordato che negli Stati Uniti il presidente è votato da meno del 50% degli elettori, aggiungendo che finalmente, anche da noi, si era in marcia per raggiungere un indice di 'normalità' democratica.
Se questa 'bestemmia' dovesse avere un valore, la Sicilia potrebbe  essere ormai un esempio fulgido di democrazia quasi compiuta: in attesa di diventare compiuta, quando tutti se ne resteranno a casa. Compiuta, ma morta.
Magari, per chi applaude alla oligarchia, non sarà un danno: sarà il suo trionfo. Però, per chi continua testardamente a credere che il popolo sia (e debba essere) sovrano (come tra l'altro afferma la nostra Costituzione), sarà davvero la fine: non più annunciata.

Sono convinto che un modo per tenere presente l'affluenza elettorale in picchiata, non solo in Sicilia, e tentare di mettere in campo azioni che ridiano corpo e vita allo stesso termine 'democrazia' (un 'demos' che rinuncia a esercitare 'kratos' in un momento cruciale, benché non esaustivo, quale quello del voto dovrebbe inquietarci tutti), sarebbe quello di riportare le percentuali di voto degli aventi diritto, anche confrontando questi dati nel corso degli anni. Avremmo la fotografia di una tendenza più realistica, anche se inquietante.
E forse, da una conoscenza meno edulcorata della realtà potrebbero scaturire commenti e linee di azione più consapevoli.
O forse no. Continueremmo ad andare avanti così.
Ma almeno avremmo la magra consolazione di avere ucciso la democrazia sapendo perfettamente quanto stavamo facendo.

Proprio tenendo contro del diverso astensionismo manifestatosi nel tempo, ho rielaborato, per i diversi partiti, le percentuali di voto delle elezioni in Sicilia negli ultimi 5 anni, mettendo a confronto Regionali, Europee e Politiche. 
So che ogni tipo di elezione, per la sua specificità, dovrebbe essere confrontata negli anni solo con la sua caratteristica tipologia: regionali con regionali, europee con europee e politiche con politiche.
Ma il rischio di mescolare ciò che andrebbe tenuto distinto offre comunque spunti interessanti per seguire i risultati dei singoli partiti tenendo presente, ogni volta, il diverso dato di affluenza: se non altro, in questo modo, si potrebbero riequilibrare le valutazioni, evitando gli ottimismi privi di fondamento, che piacciono sempre ai 'vincenti', e comunque meglio dimensionando successi e sconfitte di ognuno, cogliendone le persistenze.

Ecco l'affluenza in Sicilia negli anni:
* Regionali 2012: 47,42%
* Politiche 2013: 64,48%
* Europee 2014: 42,9%
* Regionali 2017: 46,8%

Ed ecco i voti degli aventi diritto dei principali partiti (*):
PD
* Regionali 2012: 13,4%; aventi diritto: 6,4%
* Politiche 2013: 18,6%; aventi diritto: 12,0%
* Europee 2014: 33,6%; aventi diritto: 14,4%
* Regionali 2017: 13,2%; aventi diritto: 6,2%

SINISTRA
* Regionali 2012: 3,1%; aventi diritto: 1,5%
* Politiche 2013: 2,1%; aventi diritto: 1,3%
* Europee 2014: 3,6%; aventi diritto: 1,5%
* Regionali 2017: 5,3%; aventi diritto: 2,5%

M5S
* Regionali 2012: 14,9%; aventi diritto: 7,1%
* Politiche 2013: 34,5%; aventi diritto: 22,2%
* Europee 2014: 26,3%; aventi diritto: 11,3%
* Regionali 2017: 26,7%; aventi diritto: 12,5%

FI
* Regionali 2012: 12,9%; aventi diritto: 6,1%
* Politiche 2013: 26,2%; aventi diritto: 16,9%
* Europee 2014: 20,0%; aventi diritto: 8,6%
* Regionali 2017: 16,4%; aventi diritto: 7,7%

FdI
* Politiche 2013: 1,3%; aventi diritto: 0,8%
* Europee 2014: 3,2%; aventi diritto: 1,4%
* Regionali 2017: 5,5%; aventi diritto: 2,6%

LEGA
* Politiche 2013: 0,2%; aventi diritto: 0,1%
* Europee 2014: 0,9%; aventi diritto: 0,4%
* Regionali 2017: 5,5%; aventi diritto: 2,6%

*** Massimo Ferrario, Sicilia, e una democrazia morente, per Mixtura
(*) Percentuali di 'voto espresso' nei vari anni in Sicilia tratti da 'la Repubblica', 7 novembre 2017 - Dati dell'affluenza in Sicilia nelle singole votazioni tratti dal web. Per l'affluenza alle politiche 2013 in Sicilia, si è operata la media delle due affluenze di Sicilia 1 + Sicilia 2)


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