martedì 14 novembre 2017

#MOSQUITO / Telefoni bianchi, il simbolo dell'Italia (Corrado Stajano)

I telefoni bianchi sono da sempre il simbolo del Paese. Quel che occorre per impedir di pensare, la fiduciosa delega, l’evasione desiderata dai governanti, non soltanto dai dittatori. Rappresentano la fuga dalla realtà nemica e disturbante. La vita è bella, i sudditi si chiudano nel proprio orto, non critichino inutilmente, non protestino, non infastidiscano con inutili lagne, non creino problemi a chi non ha altro in mente che il bene comune. 
I fatti crudi dell’esistenza non devono uscire dalle mura domestiche, ottimismo, positività, allora e sempre. Telefoni bianchi in ogni casa. È una nefasta prerogativa delle democrazie, si dice a quei tempi, indulgere al pessimismo, alla protesta distruttrice: nel regime fascista, invece, la vita è come una canzone. «È vietato parlare di politica e di alta strategia» minacciano i cartelli appiccicati sui negozi, sui tram, allo stadio. L’Italia è diventata uno dei più grandi paesi del mondo, un Impero, come quello dell’antica Roma, capace di dettar legge ai popoli della terra con il suo esercito di otto milioni di baionette, le nuove legioni. Ogni Spartacus nostrano, lo schiavo ribelle, dev’essere subito issato sulla forca. Guai a seminar zizzania, a porre ostacoli sul cammino di chi fa, di chi pensa solo ai bisogni del popolo. Il Duce ha sempre ragione, le sue finestre, a Palazzo Venezia, sono perennemente illuminate, anche in piena notte. Chissà quanti telefoni bianchi manovra sul suo tavolo immaginato e amato dalle masse. Lui veglia e lavora. Nulla e nessuno deve turbarlo, gufi, rosiconi, professoroni e malnati. Chi lo fa pagherà. Credere, obbedire, dir sempre di sì, tacere. E vivere con letizia, senza pensieri. 
Ci penserà la guerra, di lì a poco, a saldare i conti e a far pesare sui poveri cristi il suo carico di sangue.

*** Corrado STAJANO, 1930, giornalista e scrittore, Eredità, Einaudi, 2017


In Mixtura ark #Mosquito qui

Nessun commento:

Posta un commento