mercoledì 19 luglio 2017

#SPILLI / Recalcati e Renzi, gli intellettuali e la psicologia (M. Ferrario)

Un tempo c'erano gli intellettuali organici. 
Giusta o sbagliata che fosse questa prassi, il tentativo dei 'pensatori fiancheggiatori' era quello di fornire idee al partito di cui venivano chiamati 'organici': un partito che aveva un visione del mondo (un orizzonte, delle idee, degli ideali, dei valori...) e cercava i modi migliori per affermarla, appoggiandosi al 'popolo' (le masse), ma anche ai contributi di possibili intellettuali, appunto, che si riconoscevano in questa storia da costruire (era l'epoca dello 'storymaking', più che dello 'storytelling')

Oggi sono spariti i partiti e gli intellettuali. 
Se ne rimane qualcuno (di intellettuale), l'unico modo per essere organici, in assenza di partiti, è scegliersi un uomo. 
E non importa se, non essendoci più una visione del mondo, l'uomo di cui si è deciso di essere orgogliosamente organici nell'essere follower si arrabatta opportunisticamente e confusamente, uno slogan dietro l'altro, per andare, o restare, aggrappato a quel potere che per lui è l'unica motivazione alla vita: si fa quel che si può nell'epoca in cui si è.

Massimo Recalcati (L'odio per Renzi e il lutto per la sinistra, 'la Repubblica', 17 luglio 2017) conferma il suo ruolo di intellettuale organico a Matteo Renzi: un ruolo assunto anni fa tra una Leopolda e l'altra e mai dismesso.

Nell'articolo in questione, subito trasformato in una slide che qui sotto ripropongo dal sito 'Matteo-News', il nostro intellettuale, all'ex premier ogni giorno più ex, non offre idee, magari (oibò) critiche, per aiutarlo a recuperare un ruolo che dire appannato sarebbe eufemistico. 
No. 
Da psicologo-psicoanalista qual è e da intellettuale sulla cresta dell'onda (un libro al mese, un articolo alla settimana), gli suggerisce una 'proiezione'. 
E come tutte le proiezioni, comoda. 
Rassicurante. 
Solidamente innocentista.

Sostanzialmente, sia pure in modo indiretto, gli dice: 
Se hai perso smalto, caro Matteo, dopo le continue batoste elettoral-referendarie, le scissioni di dirigenti, la fuga di milioni di elettori, stai tranquillo: tu non hai responsabilità. Sei semplicemente oggetto dell'odio della sinistra, che non vuole elaborare il lutto della sua fine storica. Tu, a questa sinistra gufa, rosicona, nostalgica, lamentosa (che odia quel cambiamento che, novello Salvatore della Provvidenza, avevi tentato benevolmente di portare in dote all'Italia), hai cercato e cerchi continuamente di mostrare il cadavere che lei ormai è. Ma lei, la sinistra, niente: non sa elaborare il lutto. E per questo ti odia. E' tutto molto semplice, caro Renzi. Il fallimento non è tuo. La colpa è degli altri: i cattivi che non sanno prendere atto dei cadaveri che sono.
Peccato. 
Nonostante bazzichi la psicologia da una vita e conosca un po' il mondo non sempre esaltante di chi la pratica, continuo a pensare che psicologia e psicoanalisi possano (potrebbero) essere una cosa seria.
Qualche volta, però, ho dubbi più forti. 

ps: 
Resterebbe una domandina per Massimo Recalcati: e come la mettiamo con tutta l'Italia non di sinistra che 'odia' Renzi e all'inizio, in maniera trasversale, aveva più o meno applaudito alla sua entrata in campo (senza aver capito che sarebbe stata turlupinata da uno che fin da ragazzo era soprannominato il Bomba dai compagni di scuola che lo conoscevano bene...)?

*** Massimo Ferrario, Recalcati e Renzi, gli intellettuali e la psicologia, per Mixtura


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