giovedì 20 luglio 2017

#LINK #VIDEO / I giorni di Giuda (Paolo Borsellino)

Nel giorno del venticinquennale della strage di via d'Amelio pubblichiamo il video integrale (*) e il testo dell'ultimo intervento pubblico di Paolo Borsellino
Con questo commosso e polemico discorso, pronunciato a Palermo il 25 giugno 1992 nel corso di una manifestazione promossa da MicroMega, Borsellino rivelò a tutti il clima di diffidenza e di isolamento che di fatto condannò a morte Giovanni Falcone.
(*) il video è frutto del lavoro del giornalista Pippo Ardini, scomparso l'8 dicembre 2009
(dalla presentazione, 'MicroMega online', 19 luglio 2017, qui)

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(...) Ho letto giorni fa, ho ascoltato alla televisione - in questo momento i miei ricordi non sono precisi - un'affermazione di Antonino Caponnetto secondo cui Giovanni Falcone cominciò a morire nel gennaio del 1988. Io condivido questa affermazione di Caponnetto. Con questo non intendo dire che so il perché dell'evento criminoso avvenuto a fine maggio, per quanto io possa sapere qualche elemento che possa aiutare a ricostruirlo, e come ho detto ne riferirò all'autorità giudiziaria; non voglio dire che cominciò a morire nel gennaio del 1988 e che questo, questa strage del 1992, sia il naturale epilogo di questo processo di morte. Però quello che ha detto Antonino Caponnetto è vero, perché oggi che tutti ci rendiamo conto di quale è stata la statura di quest'uomo, ripercorrendo queste vicende della sua vita professionale, ci accorgiamo come in effetti il paese, lo Stato, la magistratura che forse ha più colpe di ogni altro, cominciò proprio a farlo morire il 1° gennaio del 1988, se non forse l'anno prima, in quella data che ha or ora ricordato Leoluca Orlando: cioè quell'articolo di Leonardo Sciascia sul "Corriere della Sera" che bollava me come un professionista dell'antimafia, l'amico Orlando come professionista della politica, dell'antimafia nella politica. Ma nel gennaio del 1988, quando Falcone, solo per continuare il suo lavoro, il Consiglio superiore della magistratura con motivazioni risibili gli preferì il consigliere Antonino Meli. C'eravamo tutti resi conto che c'era questo pericolo e a lungo sperammo che Antonino Caponnetto potesse restare ancora a passare gli ultimi due anni della sua vita professionale a Palermo. Ma quest'uomo, Caponnetto, il quale rischiava, perché anziano, perché conduceva una vita sicuramente non sopportabile da nessuno già da anni, il quale rischiava di morire a Palermo, temevamo che non avrebbe superato lo stress fisico cui da anni si sottoponeva. E a un certo punto fummo noi stessi, Falcone in testa, pure estremamente convinti del pericolo che si correva così convincendolo, lo convincemmo riottoso, molto riottoso, ad allontanarsi da Palermo. Si aprì la corsa alla successione all'ufficio istruzione al tribunale di Palermo. Falcone concorse, qualche Giuda si impegnò subito a prenderlo in giro, e il giorno del mio compleanno il Consiglio superiore della magistratura ci fece questo regalo: preferì Antonino Meli. (...)

*** Paolo BORSELLINO, magistrato, 1940-1992, I giorni di Giuda. L'ultimo intervento di Paolo Borsellino (VIDEO), intervento alla manifestazione di MicroMega del 25 giugno 1992, in 'MicroMega online', 19 luglio 2017, qui

LINK testo integrale e VIDEO qui


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