giovedì 27 aprile 2017

#SGUARDI POIETICI / Costruendo un muro (Robert Frost)

C’è qualcosa che odia i muri,
fa gonfiare il terreno gelato sotto di loro,
rovescia il masso portante sotto il sole;
crea perfino uno squarcio
se due passano fianco a fianco.
I cacciatori fan la loro parte:
sono andato a riparare dove loro passando
non avevano lasciato pietra su pietra
per stanare il coniglio dalla tana
e accontentare i loro cani uggiolosi.
Parlo piuttosto di buchi che nessuno
ha mai visto né sentito fare,
ma quando arriva il momento di costruire
noi li troviamo là.
Lascio che il mio vicino oltre la collina
se ne accorga, così noi due c’incontriamo
camminando lungo il confine
e lo rimettiamo in piedi di nuovo
e teniamo quel muro tra noi due
quando ce ne andiamo.
A ognuno i propri massi caduti prima.
Alcuni come pagnotte altri quasi palloni
c’inventiamo una magia per tenerli insieme:
“State lì finché non ci voltiamo!”
Usiamo le nostre dita rozze per sistemarli.
Oh, una vera partita all’aria aperta.
Uno per lato. Si gareggia per poco:
dove ci troviamo non c’è bisogno di un muro:
lui è tutta una distesa di pini e io
un frutteto con alberi di mele.
I miei alberi non attraverseranno mai
per mangiare le sue pigne, gli dico.
Ma risponde “Un buon steccato fa buon vicinato”
Un salto sarebbe mio danno, e mi chiedo
se posso convincerlo: “Perché fa buon vicinato?
Non serve forse per le mucche? Ma qui non ce ne sono.
Prima di costruire il muro avrei voluto sapere cosa
chiudevo dentro o lasciavo fuori,
e a chi recavo offesa.
Qualcosa odia il muro, lo vuole abbattere.”
Potrei dirgli “Elfi”, ma non precisamente elfi,
e preferirei fosse una sua idea.
Lo vedo mentre stringe una pietra in ogni mano
ansimando, come un guerriero primitivo.
Si muove nell’ombra del bosco e degli alberi, e non solo.
Non ce la farà a superare l’adagio di suo padre,
e ama così tanto quel detto che di nuovo ripete:
“Buon steccato fa buon vicinato”.

*** Robert FROST, 1874-1963, poeta statunitense, Costruendo un muro, dalla raccolta Da “North of Boston” (1914), traduzione di Emma Pretti,  emmapretti.wrdpress.com', 15 agosto 2011, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Frost



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Testo originale (Mending Wall)

Something there is that doesn’t love a wall,
That sends the frozen-ground-swell under it,
And spills the upper boulders in the sun;
And makes gaps even two can pass abreast.
The work of hunters is another thing:
I have come after them and made repair
Where they have left not one stone on a stone,
But they would have the rabbit out of hiding,
To please the yelping dogs. The gaps I mean,
No one has seen them made or heard them made,
But at spring mending-time we find them there.
I let my neighbour know beyond the hill;
And on a day we meet to walk the line
And set the wall between us once again.
We keep the wall between us as we go.
To each the boulders that have fallen to each.
And some are loaves and some so nearly balls
We have to use a spell to make them balance:
“Stay where you are until our backs are turned!”
We wear our fingers rough with handling them.
Oh, just another kind of out-door game,
One on a side. It comes to little more:
There where it is we do not need the wall:
He is all pine and I am apple orchard.
My apple trees will never get across
And eat the cones under his pines, I tell him.
He only says, “Good fences make good neighbours.’
Spring is the mischief in me, and I wonder
If I could put a notion in his head:
“Why do they make good neighbours? Isn’t it
Where there are  cows? But here there are no cows.
Before I built a wall I’d ask to know
What I was walling in or walling out,
And to whom I was like to give offence.
Something there is that doesn’t love a wall,
That wants it down.” I could say “Elves” to him,
But its not elves exactly, and I’d rather
He said it for himself. I see him there
Bringing a stone grasped firmly by the top
In each hand, like an old-stone savage armed.
He moves in darkness as it seems to me,
Not of woods only and the shade of trees.
He will not go behind his fathers saying,
And he likes having thought of it so well
He says again, “Good fences make good neighbours.’

1 commento:

  1. poesia splendida di una storia biografica che diventa metafora morale ed universale

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