lunedì 20 febbraio 2017

#SPILLI / Pd, "ma non dovevamo vederci più?" (M. Ferrario)

Assemblea Pd. 
Scissione sì, scissione no e gioco del cerino.
Un partito a pezzi. 
Una telenovela sfinente e indecorosa.

"Ma non dovevamo vederci più?" 
(Lucio BattistiAncora tu, 1976)

Pareva di sì.

Lo sappiamo, ma è bene non dimenticarlo mai: almeno in una quindicina di occasioni, nel corso del 2016 (vedi qui sotto), Matteo Renzi promise solennemente che se avesse perso il referendum su "la madre di tutte le riforme" se ne sarebbe andato dalla politica.
Ora, per la prima volta nella storia del Pd, un segretario (Matteo Renzi) si ricandida al 'comando' Pd dopo aver sfasciato il partito.

Un leader che inanella sconfitte di questa portata (referendum costituzionale e rottura del Partito di cui è stato segretario), oltre a raccontare le panzane che racconta, dovrebbe venire cacciato a pedate dai 'suoi' ed essere dimenticato dai media e da tutti noi.
Ma siamo in Italia.
Dove nulla è serio.
E i risultati non fanno merito, perché fanno merito le panzane. 
E l'etica è buona per i convegni.
E lui - 'giustamente' - imperversa, perché gli è consentito di imperversare.

E infatti il suddetto, a chiusura del suo discorso che lancia il congresso in formato 'sveltina' che lo riconfermerà segretario di un partito frutto di una scissione da lui incubata sin dalla sua entrata in scena e oggi finalmente prodotta, ripete a disco rotto di andare avanti, avanti, avanti. 
Avanti così. 
E, si raccomanda, "con il sorriso in bocca". 
Vien da dire: se un po' beota, meglio.

*** Massimo Ferrario, Pd, "ma non dovevamo vederci più"?, per Mixtura


Ecco gli impegni, ripetuti e formali, assunti da Matteo Renzi nel corso del 2016: 
(da 'ilfattoquotidiano.it', 22 agosto 2016, qui)

(1) - Matteo Renzi, 29 dicembre 2015, conferenza stampa di fine anno: 
“Se perdo il referendum considero fallita la mia esperienza politica”.

(2) - Matteo Renzi, 10 gennaio 2016, intervista al Tg1: 
“Il referendum non è un plebiscito ma è giusto che la parola passi ai cittadini. Per anni la classe politica non ha fatto niente. Adesso è arrivato un governo nuovo che ha cercato di realizzare alcune cose. Se sulla madre di queste battaglie, che è la riforma costituzionale, i cittadini non sono d’accordo, hanno tutto il diritto di dirlo ed io ho il dovere di prenderne atto. Non sono un politico vecchia maniera che resta attaccato alla poltrona: io penso che si faccia politica per seguire un ideale. Io penso che gli italiani staranno dalla nostra parte, ma la parola finale ce l’hanno loro e io sono pronto ad assumermi le mie responsabilità”. 

(3) - Matteo Renzi, 20 gennaio, in Aula al Senato per il voto sulle riforme: 
“Ripeto qui: se perdessi il referendum considererei conclusa la mia esperienza perché credo profondamente nel valore della dignità della cosa pubblica”.

(4) - Matteo Renzi, 25 gennaio, intervista a Quinta Colonna: 
“Io non sono come gli altri, non posso restare aggrappato alla politica. Se sulle riforme gli italiani diranno di no, prendo la borsettina e torno a casa“.

(5) - Matteo Renzi, 7 febbraio, alla scuola di formazione del Pd: 
“Se perdo al referendum prendo atto del fatto che ho perso. Dite che sto attaccato alla poltrona? Tirate fuori le vostre idee, ecco la mia poltrona”. 

(6) - Matteo Renzi, 12 marzo, alla scuola di formazione del Pd: 
“Se perdiamo il referendum è doveroso trarne conseguenze, è sacrosanto non solo che il governo vada a casa ma che io consideri terminata la mia esperienza politica”.

(7) - Matteo Renzi, 20 marzo, al congresso dei Giovani Democratici: 
“Io ho già la mia clessidra girata. Se mi va come spero, finisco tra meno di 7 anni. Se mi va male, se perdo la sfida della credibilità o il referendum del 2016, vado via subito e non mi vedete più. Ci hanno detto che siamo attaccati alle poltrone, ma noi siamo attaccati alle idee: non c’e’ un leader che resta per sempre”. 

(8) - Matteo Renzi, 18 aprile, al Tg1: 
“La domanda di ottobre non riguarda il governo ma riguarda se si vuol cambiare la Carta e rendere piu’ semplice la politica. Se noi saremo bravi a spiegare le nostre ragioni otterremo un consenso ma il voto sulla persona non c’entra niente. Certo io se perdo vado a casa”. 

(9) - Matteo Renzi, 28 aprile, diretta Facebook e Twitter #Matteorisponde: 
“Io sono tra i pochi politici che dico quando perdo che ho perso. Altri quando perdono spiegano che hanno vinto. Se il referendum vedrà sconfitto trarrò le conseguenze. So da dove vengo e so che la politica è servizio. Sto personalizzando? No, se perdi una sfida epocale che fai? Racconti che i cittadini hanno sbagliato? No hai sbagliato tu”.

(10) - Matteo Renzi, 2 maggio, Ansa 
“La rottamazione non vale solo quando si voleva noi…. Se non riesco vado a casa”.

(11) - Matteo Renzi, 4 maggio, a Rtl 102.5: 
“Meno politici, più chiarezza nei poteri delle regioni, un’Italia più semplice: non è la mia riforma ma quella che l’Italia aspettava da 30 anni. Per attaccare il governo si dice di discutere nel merito e io sono per parlarne nel merito. Ma se perdo non resto come i vecchi politici aggrappato alla poltrona. Non sono come i vecchi politici che si mettono il vinavil e che invece di lavorare restano attaccati alla poltrone”.

(12) - Matteo Renzi, 8 maggio, intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa: 
“Se io perdo, con che faccia rimango. Ma non è che vado a casa, smetto di fare politica. Non è personalizzazione ma serietà. Lo so che si aggrappano alla poltrona ma non posso fare finta di niente”.

(13) - Matteo Renzi, 11 maggio, Ansa: 
“Non sto in paradiso a dispetto dei santi. Se perdo, non finisce solo il governo ma finisce la mia carriera come politico e vado a fare altro”.

(14) - Matteo Renzi, 18 maggio, #Matteorisponde: 
“Quando provo a entrare nel merito, mi dicono che ho personalizzato il referendum. Ma io ho detto che se perdo non è che posso fare la faccia contrita e dire schiarendomi la voce che dopotutto è stato un buon risultato. Io cerco di vincere, sempre, quando perdo, talvolta mi è accaduto come alle primarie del 2012, ammetto la sconfitta”.

(15) - Matteo Renzi, 21 maggio, a L’Eco di Bergamo: 
“Se lo vinciamo, l’Italia diventerà un paese più stabile. Se lo perdiamo, vado a casa. Per serietà. Non resto aggrappato alla poltrona. Questa è personalizzazione? No. Questa e’ serietà”.

(16) - Matteo Renzi, 29 giugno, e-news: 
“In tanti stanno cercando di non parlare del merito del referendum. Fateci caso: vanno in tv e non parlano del merito, perché sul merito sanno che la riforma non è perfetta ma è un passo in avanti nella direzione attesa da decenni. No, loro non parlano di merito. Parlano di me. Dicono che io ho sbagliato a dire che se perdo vado a casa: e secondo voi io posso diventare un pollo da batteria che perde e fa finta di nulla? Pensano forse che io possa diventare come loro?”. 

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