lunedì 20 febbraio 2017

#SGUARDI POIETICI / Un mattino, nel giardino fiorito, LVII (Rabindranath Tagore)

Un mattino, nel giardino fiorito, una ragazza cieca,
venne ad offrirmi una collana di fiori, avvolti
in una foglia di loto.
La misi intorno al mio collo, i miei occhi
si riempirono di lacrime.
La baciai e dissi: «Tu sei cieca
come lo sono i fiori.
Tu stessa non sai quanto bello
è il tuo dono».

*** Rabrindanath TAGORE, 1861-1941, poeta, saggista, drammaturgo, filosofo bengalese, premio Nobel per la letteratura nel 1913, LVII (Un mattino, nel giardino fiorito), da Il giardiniere, Sovera Edizioni, 2011, traduzione di Brunilde Neroni
https://it.wikipedia.org/wiki/Rabindranath_Tagore



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