martedì 27 dicembre 2016

#MOSQUITO / Comunistaccia, inossidabile (Luciana Castellina)

[D: Cosa è stato per lei il fascismo?]
Per lungo tempo ne ebbi una totale incomprensione. Nessuno in famiglia, nonostante ci fossero diversi ebrei, si rendeva conto di quanto stava accadendo. Del resto, l'antifascismo nel paese fu un fenomeno limitato per lo più a coloro che erano esiliati o in galera. Scoprii tardi il suo valore. E se vogliamo dare un peso alle parole, non è irrilevante che si sia detto che il fascismo cadde e non che fu rovesciato.

[D: "Cadere" nel senso del moto meccanico?]
In un certo senso sì, come se sia stata marginale la volontà di coloro che contribuirono alla fine di quel regime. (...)

[D: I suoi bagagli le hanno pesato?]
A quali si riferisce?

[D:A quelli del suo impegno, della sua militanza, dei suoi sogni infranti, e delle tante sconfitte. In fondo non è questo il mondo che si aspettava. O no?]
Lo avevo immaginato diverso. Ma sono ancora qui. Dopo gli ottant'anni, un po' più frivola. Ma pensando di essere ancora quella ragazza che nel '45 cambiò vita. Sì, malgrado tutto, resto la solita inossidabile comunistaccia. Che continua a viaggiare, indignarsi e a scrivere.

*** Luicana CASTELLINA, 1929, politica, giornalista, scrittrice, intervistata da Antonio Gnoli, Luciana Castellina: i ricordi, le passioni, la politica di una 'inossidabile comunistaccia, 'rubrica 'straparlando', 'la Repubblica', 12 gennaio 2014

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