mercoledì 28 settembre 2016

#FAVOLE & RACCONTI / Gambadilegno e il bambino di quinta elementare (M.Ferrario)

C'erano tutte le autorità, schierate sul palco: il sindaco, il capitano dei carabinieri, il vescovo. E poi il gonfalone del paese e la bandiera nazionale. E di lato, pronta a suonare, la banda, con gli ottoni che mandavano lampi che accecavano gli occhi.

La giornata tiepida di sole aiutava a festeggiare. 

Nella piazza, la gente ascoltava in silenzio le parole che il sindaco stava leggendo: le aveva accuratamente preparate la sera prima, scrivendo e riscrivendo il testo sino a notte fonda. 
Lo conoscevano tutti per la sua simpatica rozzezza e la scarsa dimestichezza con penna e libri: il suo punto forte era la volontà di darsi da fare per il bene di tutti. E in realtà ci riusciva. Sapeva organizzare le attività del comune e fare miracoli con le poche risorse che la municipalità aveva a disposizione e proprio per la sua capacità appassionata riusciva in buona parte a soddisfare i bisogni dei compaesani. Per questo era benvoluto e votato con convinzione.

Il discorso, pure con qualche caduta nella solita retorica stucchevole che fa da contorno a simili celebrazioni, aveva toccato il cuore. Del resto anche il sindaco sapeva, pur senza essere un esperto di seduzione come i politici più navigati, che quando si esaltano i buoni sentimenti e i valori antichi, magari ricorrendo alle maiuscole (la Bontà, la Generosità, l'Altruismo, l'Eroismo), si è sicuri di ottenere l'applauso. 
E infatti l'applauso era stato scrosciante. 
Anche se, per la verità, in questo caso era davvero sincero, perché non tanto diretto a chi aveva parlato, quanto alla persona che con la sua statura troneggiante stava ferma e impettita tra il colonnello dei carabinieri e il vescovo: un po' imbarazzata e a capo chino, chiaramente a disagio per l'omaggio che sentiva giungergli, autentico e non retorico.

In effetti, l'episodio accaduto il mese prima e per il quale appunto era stata indetta la celebrazione, non poteva non suscitare le emozioni che si erano create in quella piazza.
La gente ricordava ogni fotogramma. 
Perché nessuno, il mese prima, aveva voluto mancare di partecipare alla tradizionale Festa del Patrono. Avevano girato tra le bancarelle disseminate per le vie del paese, si erano fermati a guardare gli artisti di strada che dipingevano, ballavano, mimavano e costruivano al momento cagnolini gonfi d'aria da offrire in regalo ai bambini, avevano gustato assaggini di carne e di pesce e bevuto birre artigianali sui tavoli all'aperto disposti lungo il fiume per l'occasione. 
Insomma, era stata una giornata felice.

Fino a quando non era accaduto ciò che ora stavano appunto ricordando.

Una bambina che guidava la carrozzina della nonna, che da anni aveva le gambe paralizzate, sul ponte principale del paese, era stata incuriosita da un gruppo di anatroccole che nuotavano nel fiume, una dietro l'altra, al seguito di mamma anatra. 
Aveva fermato la carrozzina e lasciato la nonna per un attimo, dicendole che voleva dare un'occhiata al fiume. 
Poi, senza rendersene conto, si era sporta troppo per vedere il passaggio dei piccoli animali sotto l'arcata del ponte ed era caduta in acqua, proprio nel punto in cui il fiume, più largo e profondo, formava spesso dei gorghi.

Il corteo di gente che si trovava lì vicino sentì il tonfo e le urla della bambina: tutti si affacciarono al muretto, gridando a loro volta. 
In un attimo, ci fu il passaparola e la folla fu percorsa da un brivido. 
Tra coloro che erano più vicini all'accaduto, alcuni, forse spaventati per ciò che vedevano, si ritrassero e si allontanarono per non vedere più. 
Altri, osservando la bambina che annaspava, tirarono fuori dalle tasche un telefonino per chiamare i soccorsi, come se ci fosse il tempo per aspettarli. 
La maggior parte scuoteva la testa, commentando che era accaduta una cosa terribile.
E qualcuno, addirittura, si mise a scattare foto o a fare riprese con la telecamera.

Più lontano, confuso tra le bancarelle, un uomo, che aveva intuito quanto era accaduto, si fece largo tra la gente, scostando con violenza chi gli si frapponeva, e correndo verso il ponte. 
Per la verità, la sua corsa era assai impedita: lo chiamavano infatti Gambadilegno, perché zoppicava per una protesi di legno che portava da anni, a causa di un grave incidente sul lavoro. La sua stazza era maestosa e si accompagnava a un carattere ruvido, poco socievole, che incuteva timore: eppure tutti lo stimavano per la sua generosità e la sua disponibilità ad aiutare chi avesse bisogno. 

L'uomo arrivò ansimando sul ponte. 
Si affacciò e vide la bambina quasi del tutto sommersa dall'acqua. 
Valutò subito che il pericolo, in quel momento, non erano i gorghi, piccoli e leggeri, ma la lenta corrente che muoveva le acque verso valle. E infatti la bambina, nonostante si divincolasse per cercare di stare a galla, già veniva trasportata via dal punto di caduta. 
Non perse un secondo. 
Decise di correre con quanta più velocità possibile lungo la riva del corso d'acqua, anticipando il movimento inesorabile della corrente. 
In piedi, sulla sponda, tanti adulti, giovani, ragazzi osservavano: chiunque avrebbe potuto gettarsi nel fiume per tentare di afferrare la bambina che scivolava via galleggiando, ogni tanto trangugiando boccate d'acqua nello sforzo di gridare aiuto. Ma l'unico movimento che tutti si limitarono a compiere fu quello di ritrarsi per lasciar passare Gambadilegno che correva all'impazzata. 
Quando raggiunse il punto utile, l'uomo si buttò nel fiume, sperando di riuscire ad ancorare al fondo la sua lunga gamba artificiale, così da non essere trascinato via anche lui e da riuscire a raccogliere, da fermo e ben piantato, il corpo della bambina che l'acqua stava facendo fluire via.

Così fu. 
Gambadilegno afferrò la bambina per le gambe, se la caricò in braccio, ormai svenuta e gonfia d'acqua, e raggiunse la riva più velocemente che poté per praticarle la respirazione bocca a bocca.
Quando lei vomitò tutto il fiume che si era bevuta e riprese a respirare, guardandosi in giro per riprendere contatto col mondo, Gambadilegno, esausto, si asciugò la fronte: aveva gli occhi bagnati, ma non era solo acqua, c'erano anche lacrime di gioia.

Sul palco, ora, l'uomo rivedeva il film vissuto quel giorno e provava ancora lo stessa ansia: la paura di non farcela a salvare la bambina.
Era a disagio: aveva tentato in ogni modo di rifiutare la cerimonia. Ma il sindaco non aveva voluto sentire ragioni. 
"E' importante celebrare i comportamenti esemplari", aveva ripetuto. "Per il paese, per tutti noi". 
Lui restava convinto di non aver compiuto nulla di eroico: aveva fatto ciò che dentro di sé aveva sentito di dover fare. Tutto qui. 

Ma adesso era arrivato il momento solenne. 
Il sindaco consegna la pergamena a Gambadilegno e gli appunta la medaglia sul petto. 
Poi, dopo la stretta di mano delle autorità, la bambina viene invitata a salire sul palco.
L'abbraccio tra lei e il suo salvatore, che sembrava non finire più, commuove ovviamente la piazza e sono parecchi a soffiarsi il naso.

* * *
Il giorno dopo, nella scuola del paese, una maestra assegna un tema ai bambini di quinta elementare. 
Chiede loro di descrivere la cerimonia ufficiale, cui tutti avevano assistito, ma soprattutto di esprimere il loro pensiero sul comportamento dell'eroe Gambadilegno.
Tutti i bambini si mettono a scrivere con diligenza. 

Un ragazzino, dopo neppure un minuto, sembra aver già terminato il compito. 
Si guarda in giro: è un po' impaziente e annoiato.
La maestra gli si avvicina, sorridendo. 
"Non mi dire che hai già scritto tutto...".
Il bambino le offre il foglio, senza titubanze: solo due righe, a caratteri maiuscoli.

Sulla prima riga c'è scritto: 
"Bravo Gambadilegno"
Sulla seconda riga, con dimensioni che occupano la metà inferiore del foglio e una sottolineatura marcata con il pennarello rosso, campeggia una domanda:
"E tutti gli altri?"

*** Massimo Ferrario, Gambadilegno e il bambino di quinta elementare, per Mixtura, 2016. Libera riscrittura di un testo di Pier D'Aubrighy, Il tuffo del ponte, in Pier D'Aubrighy, Il libro degli esempi, Gribaudi Editore, 1990. 


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