sabato 30 gennaio 2016

#FAVOLE & RACCONTI / Il Pastore e il giovane (M. Ferrario)

Campagna a perdita d'occhio. 
Non un rumore: il traffico scorre lontano, là dove si intuisce snodarsi un'autostrada. 
Giornata soleggiata. Clima perfetto.
Un pastore sta pascolando il suo gregge di pecore.
Zufola.
Il cane ha smesso di correre avanti e indietro e si è sdraiato all'ombra di un albero.
Il gregge è raccolto. Le pecore brucano l'erba.

All’improvviso un nuvola di polvere si avvicina: si sposta rapida su una stradina appena tracciata che corre a zigzag fino al casolare in cui abita il pastore. 
Quando capita, lui e i suoi fratelli vendono formaggio ai turisti che arrivano. Ma devono proprio saperlo e volerci arrivare apposta, perché la strada non è segnata e la vendita del formaggio non è pubblicizzata. Solo in paese, lontano una decina di chilometri, quattro case e un negozietto che vende di tutto, offrono il formaggio del casolare.

Davanti alla nuvola di polvere si comincia a scorgere un'auto. 
Procede velocissima. 
Il guidatore arriva e inchioda a pochi metri dal pastore: ha abbassato il finestrino e cerca di scacciare con la mano la polvere sollevata dalla corsa.  
Poi, deciso, apre la portiera e scende. 
Sorride.
E' un giovane, alto, biondo, di bell'aspetto.
Ritto in piedi, saluta, con un sorriso di convenienza. Si stiracchia. Abbraccia con lo sguardo la campagna,  il gregge che mangia.
E' attratto da uno splendido cane di razza scozzese, accucciato sotto l'albero. Gli si avvicina, cauto. E' un cucciolo, dal pelo già folto e dallo sguardo vispo: si lascia accarezzare.
Atmosfera di pace, serenità.

Il pastore risponde al saluto. 
Osserva chi ha di fronte. 
E' appassionato di auto, conosce ogni modello. Il macchinone, un po' impolverato ma che ancora luccica davanti a lui, è una Bmw appena lanciata sul mercato. Un centinaio di migliaia di euro  non basta a comprarla.

Il giovane è già pronto per ripartire.
Il pastore non capisce perché si sia fermato. Finché il giovane non parla.
«Mai abbandonare la tecnologia. Non avevo acceso il navigatore e pensavo di prendere una scorciatoia. Invece vedo che la stradina è a fondo cieco. Torno sulla provinciale».
Il pastore educatamente annuisce.
Il giovane rientra in auto. Dal finestrino abbassato dà un'ultima occhiata al gregge e al cane che lo sta osservando con un occhio semichiuso.
Fa un cenno al pastore perché si avvicini. «Senti, ti faccio una proposta: io ti dico esattamente quanti animali hai qui sul campo e tu, in cambio dell’informazione, me ne dai uno. Ti va?»

Il pastore guarda il giovane come vedesse un marziano. 
«Un animale? A te? E che ci fai, tu, con una pecora?»
«Non ti preoccupare. Tu dimmi solo se accetti o no».

Il pastore ci pensa. Non capisce, ma è curioso. 
Guarda il gregge: è tutto raccolto ed è anche numeroso. In certi punti è impossibile riuscire a distinguere una pecora dall'altra. E poi, per contarle bisogna avvicinarle una ad una».

Il giovane ha premura.
«Allora? Deciditi. E' semplice: mi dici sì o no. E io me ne vado. Tu, qui, hai tutto il tempo che vuoi, ma dalle mie parti il tempo è denaro».

Il pastore è ancora più intrigato dai suoi modi sgarbati.
Attende qualche secondo e poi acconsente. 
«Va bene, dimmi quante sono le mie pecore.» 

Il giovane non attendeva altro. 
Afferra dal sedile dell'auto il computer portatile, lo collega allo smartphone, entra in internet, naviga in una pagina della Nasa, seleziona un sistema satellitare che gli rilevi la posizione esatta, invia i dati a un satellite che scansiona l'area geografica in cui in questo momento si trova e la fotografa in risoluzione ultradefinita, apre un'app di foto digitale, invia la foto ingrandita a un laboratorio di Amburgo di cui è cliente. Si ferma. Fa un respiro. Attende cinque secondi: un'email di ritorno gli conferma che tutto è in veloce elaborazione. Infatti, trascorrono dieci secondi e gli arriva per email una rapporto dettagliato che gli illustra ogni passaggio seguito per arrivare alla soluzione: formule arzigogolate, somme e moltiplicazioni, radici quadrate. Alla fine, ci sono dei numeri. Pecore, 358. Cane, 1. E compare anche un +2.

Il pastore osserva il giovane che ha finito di smanettare allo smartphone: sprizza felicità e sicurezza da ogni poro.
«Allora?», chiede il pastore, che non sembra sconvolto dai suoi maneggi al computer.
«Qui sul prato pascolano esattamente 358 pecore. Di queste 2 sono gravide. Naturalmente, per completare il numero degli animali, va aggiunto il cane».

Il pastore sorride.
«Non è così?»
La domanda del giovane è chiaramente retorica.
«Certo, è così. Prenditi la pecora».
«E non mi chiedi come ho fatto?»
«Quelli come te non dicono che contano solo i risultati? Il risultato è giusto. Basta così».

Il giovane ha richiuso il computer ed è ridisceso dall'auto.
Chiede al pastore se ha una corda.
Lui gli mostra lo zaino: «Cerca lì dentro».

Il giovane trova la corda e si avvicina all'animale. Fa per mettergliela al collo. Ma l'animale si divincola, recalcitra, fa resistenza.
Il pastore, sempre tranquillo, interviene, fermando il giovane con un braccio.
«Senti, ma se ti dico qual è il tuo mestiere, mi ridai l'animale?».

Il giovane è stuzzicato: impossibile che un semplice e ignorante pastore come lui, che trascorre le giornate lì fuori dal mondo, immagini la sua professione.
Acconsente, sfidando l'interlocutore con tono canzonatorio: «Ok, vediamo: che mestiere faccio?».

Il pastore non ha titubanze: «Sei un consulente».

Il giovane trasecola.
«Consulente»?
«Sì, consulente».
Il pastore è serio e deciso. «Allora? Sì o no? Hai detto che non hai tempo da perdere...».
«Sì. Sono consulente. Ma come sei riuscito a indovinare?».
«Non ho indovinato nulla. Ho solo messo in fila i fatti: senza computer e connessione a internet»
«Ma, scusa, quali fatti?»
«Li vuoi proprio sapere?».
«Certo».
«Sono quattro. Primo, sei  comparso senza che nessuno ti cercasse. Secondo, volevi essere pagato per darmi un'informazione che io già avevo e per la quale appunto non ti avevo chiesto nulla. Terzo, sei uno che se la tira un po' troppo per i miei gusti. Infine...»
Il pastore voleva lasciare il giovane un po' in sospeso.
«Infine c'è il fatto che dice tutto. Stai cercando di portarti via il cane al posto della pecora. Allora, delle due l'una: o hai idee confuse su come sono fatte le pecore, che hai fatto fotografare dai tuoi amici di internet ma che tu non hai mai visto nella tua vita; oppure...».
Il giovane lo interrompe:
«Oppure?»
«Qualche pecora, almeno dai libri, l'hai vista e anche tu hai imparato che i cani non sono pecore. Ma siccome cani e pecore sono tutti animali, hai voluto giocare sulla parola animali e... sì, insomma, diciamo che c'hai provato. Ma io, caro consulente, sono pastore, mica scemo».

*** Massimo Ferrario, Il Pastore e il giovane, 2013-2015, per Mixtura - Rielaborazione di un racconto noto, da anni diffuso anche in internet.

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