martedì 22 settembre 2015

#VIDEO / Istruzione, come sfuggire alla Valle della Morte (Ken Robinson)

Sir Ken ROBINSON, 1950
educatore britannico, saggista, esperto di creatività
Come sfuggire alla Valle della Morte dell'istruzione
aprile 2013, Ted
video, 19min11
(quasi 5 milioni di visualizzazioni)

Sir Ken Robinson mette in evidenza tre principi fondamentali per far prosperare la mente umana, e come la cultura dell'istruzione attuale vada contro tutto questo. In un divertente e appassionante discorso ci racconta come uscire della "valle della morte" educativa che dobbiamo fronteggiare oggi e come nutrire le nostre generazioni più giovani in un clima di possibilità. (dalla presentazione Ted)

Un intervento che avevo segnalato ad amici già diversi anni fa.
Da non perdere. 
Contenuti su cui meditare. Stile espositivo più che accattivante, per l'ironia arguta e il linguaggio facile, semplice. 
Dedicato a chi si occupa di formazione, scolastica e non. 
E a chi continua a 'subirla'. 
Perché chi dovrebbe facilitare l'apprendimento, anziché facilitarlo, lo spegne: con la burocrazia e il conformismo. Non sapendo, o non volendo, creare quel 'clima di possibilità' che è l'unico clima che è essenziale per imparare. (mf)

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L’istruzione in *No Child Left Behind* non è basata sulla diversità, ma sulla conformità. Quello che le scuole sono incoraggiate a fare è di scoprire cosa possono fare i ragazzi attraverso uno spettro molto stretto di risultati. Uno degli effetti della legge *No Child Left Behind* è stato quello di limitare l’attenzione sulle cosiddette discipline scientifiche (STEM), che sono molto importanti. Non sono qui a voler sminuire l’importanza della scienza e la matematica. Al contrario, sono necessarie ma non sono sufficienti. Una educazione efficace deve dare lo stesso peso alle discipline artistiche, umanistiche e corporali. Un sacco di ragazzi, scusate, grazie... (Applausi) Si stima che in America, attualmente più o meno al 10% dei ragazzi sia stata diagnosticata una qualche forma di "disturbo da deficit di attenzione”. ADHD. Non voglio dire che non esista. Ma non credo che ci sia un'epidemia del genere. Se fate stare seduti dei ragazzini, per ore e ore, a fare lavori d’ufficio di basso livello, non stupitevi se cominciano ad agitarsi. (Risate) (Applausi) La maggior parte dei bambini non soffre di alcun disturbo psicologico. Soffrono d’infanzia. (Risate) (...)

La Finlandia è stabilmente in cima in matematica, scienze e lettura. Sappiamo soltanto che è quello che gli riesce bene perché è quello che viene testato regolarmente. Questo è uno dei problemi dei test. Non indagano su altre cose altrettanto importanti. La cosa che rende diversa la Finlandia è questa: non c’è l’ossessione per quelle discipline. Adottano un approccio molto ampio all'istruzione che comprende scienze umanistiche, educazione fisica, discipline artistiche.
Secondo, non ci sono test standardizzati in Finlandia. Voglio dire, ce ne sono alcuni, ma non è il motivo per cui ci si sveglia la mattina. Non è per quello che tutti siedono al loro banco.
Ed infine, mi sono trovato di recente ad un incontro con alcune persone dalla Finlandia, dei veri finlandesi, e qualcuno del sistema americano chiedeva ai finlandesi: "Cosa fate riguardo al tasso di abbandono scolastico in Finlandia?"
E un po’ perplessi, hanno risposto: "Beh, non ne abbiamo. Perché mai dovrebbero abbandonare? Se le persone hanno un problema, gli andiamo incontro abbastanza velocemente e le aiutiamo a superarlo”.
La gente dice sempre: “Beh, sai, non puoi paragonare la Finlandia all'America".
No. Penso che ci sia una popolazione di circa cinque milioni in Finlandia. Ma si può paragonare ad uno stato americano. Molti stati americani hanno una popolazione molto più piccola di quella. (...)

Il ruolo dell'insegnante è quello di facilitare l'apprendimento. Tutto qui. E parte del problema, secondo me, è che la cultura dominante dell' istruzione si è concentrata non sull'insegnamento e sull'apprendimento, ma sulla valutazione. Ora, la valutazione è importante. I test standardizzati hanno il loro posto. Ma non dovrebbero essere la cultura dominante dell'istruzione. Dovrebbero fornire una diagnosi. Dovrebbero aiutare. (Applausi) Se vado a fare una visita medica, voglio dei test standardizzati. Davvero. Voglio sapere qual è il mio livello di colesterolo rispetto a quello degli altri su una scala standard. Non voglio che il mio dottore mi dica che l'ha fatto su una scala appena inventata da lui.
"Il suo colesterolo è in quello che io chiamo Livello Arancione".
"Davvero? E questo è buono? "Non lo sappiamo".
Tutto questo dovrebbe sostenere l'apprendimento. Non dovrebbe ostacolarlo, cosa che, certamente, accade spesso. Al posto della curiosità, quello che abbiamo è una cultura della compiacenza. I nostri ragazzi e i loro insegnanti sono incoraggiati a seguire algoritmi di routine, invece di stimolare il potere dell'immaginazione e la curiosità. (...)

I grandi leader lo sanno. Il vero ruolo della leadership nella formazione -- e penso che sia vero a livello nazionale, a livello statale e a livello scolastico - non è e non dovrebbe essere di comando e di controllo. Il vero ruolo della leadership è il controllo del clima, per creare un clima di possibilità. E se si fa, le persone ci arriveranno da sole e faranno cose che non sarebbe stato possibile anticipare e prevedere.
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Sempre in Mixtura 1 altro contributo video di Ken Robinson qui

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