venerdì 25 settembre 2015

#RITAGLI / Volkswagen, la caduta degli dei (Marco d'Eramo)

Lo so che è abietto e infantile, ma non è possibile non provare un piacere maligno di fronte al caso Volkswagen, le cui auto a motore diesel emettevano fino a 40 volte più emissioni di quello che appariva dai test, grazie a un software che avvertiva il motore quando un accertamento era condotto su di esso, per poi liberare le emissioni quando il test era finito.

Sono anni che la Germania ce la mena con il rispetto delle regole, con il giocare corretto. Su un punto è sempre stata inflessibile, quasi teutonica: gli impegni presi vanno onorati, come i debiti vanno ripagati: in nome di questo principio, ha spillato i greci al muro come farfalle di un entomologo (e ha incassato svariate decine, se non centinaia di miliardi dai profitti sui differenziali dello spread con i vari paesi del sud Europa). E poi si scopre che la più grande industria tedesca fa ecologia creativa, proprio come i politici greci e italiani fanno “finanza creativa”: l'una nasconde le emissioni tossiche sotto il tappeto, come fanno gli altri con i debiti delle amministrazioni locali.
E vai con il capitalismo renano e con l'ordo-liberismo e il rimettere in ordine casa propria. Senza parlare dello sfoggio persino imbarazzante di “tecnologia tedesca” qui e “tecnologia tedesca” là. (...)

... mentre scrivo, le azioni Volkswagen sono quotate 110 euro, mentre 52 settimane fa valevano 255 euro. Solo negli ultimi due giorni hanno perso il 30% del proprio valore (circa 15 miliardi di euro). Negli Usa VW dovrà ritirare 500.000 auto a un costo di 39.000 dollari l'una (quasi 20 miliardi di dollari in tutto) e molto probabilmente dovrà pagare una multa equivalente, portando le perdite immediate a circa 60miliardi di euro. Senza contare le perdite in prospettiva dovute al quasi certo crollo delle vendite mondiali e a agli altri ritiri che saranno richiesti da numerosi paesi: secondo le agenzie stampa, circolano nel mondo 11 milioni di veicoli Volkswagen (e della sua sottomarca Audi) identici a quelli messi sotto accusa negli Stati uniti. 
Contando tutti questi fattori insieme, nel medio termine, la perdita potrà sforare i 300 miliardi di euro, che provocherebbero una bancarotta immediata se non fossero ripianati. E chi sarà chiamato a ripianare questa voragine? Sarà certamente il contribuente tedesco che per l'Auto del popolo (questo significa Volkswagen) dovrà sborsare di tasca sua l'equivalente di quel che non ha voluto concedere per ripianare il debito greco: è qui che constatiamo la nemesi storica.

*** Marco d'ERAMO, giornalista e saggista, Volkswagen, la caduta degli dei,  'MicroMega on line', 23 settembre 2015

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