giovedì 30 luglio 2015

#RITAGLI / Assuefazione, alla disumanità (Marisol Barbara Herreros)

Giorno dopo giorno, telegiornale dopo telegiornale, ascoltiamo da anni oramai che una quantità di immigrati sono deceduti cercando di arrivare attraverso il mare mediterraneo alle nostre coste. 
E così ora, siamo veramente tutti assuefatti. Non so neanche se sia un termine adatto all'occasione, ma credo facilmente comprensibile per chi vive in Italia da un po' di anni. Oramai, non ci fa più impressione, sentiamo distrattamente la notizia e al massimo ci scappa un “povera gente!” e si passa oltre. (...)

Ognuno di questi cadaveri sepolti nel mediterraneo apparteneva in vita a qualcuno; a qualcuno che lo ha partorito, a qualcuno che lo ha conosciuto, amato, avuto a che fare con lui/lei. 

Dietro ognuno di loro c'è una storia, che non è tanto diverse da quella della signora filippina che lavora nelle case della borghesia italiana, della quale i suoi “padroni” conoscono - a questo punto dopo tanti anni di servizio – madre, padre, sorelle, figli, nipoti e tutto quanto. Stessa situazione con la badante russa o ucraina che vive con la nonna e che ogni estate parte carica di regali e articoli di prima necessità in autobus per congiungersi con i propri familiari. Ma, certo, le ucraine, le peruviane le filippine sono delle migranti alle quali lentamente ci siamo abituati e molte volte anche controvoglia, ma faceva comodo poter mantenere i nostri anziani in casa e non dovere portarli ad un posto sconosciuto per loro e molto più dispendioso per loro e per noi. Dunque, con rassegnazione, lamentandoci un po', reclamando che certe volte queste slave alla fine si accaparrano i nostri vedovi incauti perché ci sanno fare, sono entrate dentro il panorama quotidiano degli italiani. Lo stesso discorso per i camerieri, giardinieri e tuttofare di sesso maschile. (...)

Ma gli africani sono diversi, si vedono subito, non puoi nascondere il loro colore, la loro esuberanza, e certe volte la loro bellezza. E a questo punto, è più facile considerarli una massa non identificabile. Un corpo in più che, dipendendo molte volte solo dalla fortuna, può avere la possibilità di vivere un po' di più. 

Anche qui, ci bendiamo gli occhi e l'ignoranza ci viene in aiuto dandoci una grossa mano. Se tu non sai nemmeno identificare i diversi paesi che formano il continente Africano, e non distingui veramente  un paese nella mappa, è difficile dargli una identità. (...)

La soluzione politico/economica deve essere trovata, ma nel frattempo cerchiamo di svegliarci un po' e di eliminare questa assuefazione che ci ha fatto diventare impermeabili al dolore, alla sofferenza umana.
Ridiventiamo un po' più degni di essere chiamati umani!

*** Marisol Barbara HERREROS, cilena nazionalizzata italiana, esperta di marketing, caporedattrice di 'caosmanagement', Assuefazione, 'caosmanagement, 99, luglio 2015.

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