domenica 21 giugno 2015

#MOSQUITO / Integrità, lettera sul potere e sul capo (Carl Gustav Jung)

Ecco ciò che io mi attendo dall’uomo integro: il ritiro delle proiezioni. Il fatto di non voler vedere i nostri errori (così come la tracotanza, la brutalità e la perfidia che sono le ombre dannate di cui ci parla il poema) e di proiettarli sugli altri è alle origini della maggior parte dei conflitti ed è la più solida garanzia del cattivo uso del potere, di un uso destinato a produrre ingiustizia, odio e persecuzione. Un individuo abbastanza coraggioso per ritirare tutte queste proiezioni è un individuo cosciente dell’importanza della propria ombra. Certo, così facendo si è accollato nuovi problemi e nuovi conflitti, poiché ora non è più in grado di dire che sono gli altri a essere in errore, che sono essi che devono essere combattuti. Ma sia certa, gentile signora, che il vero capo è sempre un individuo che ha il coraggio di essere se stesso, che può guardare negli occhi non soltanto gli altri, ma anche e soprattutto se stesso. (…) 

L’uomo integro che pratica la disciplina della conoscenza di sé, che rende miti e inoffensive le proiezioni, che riconosce nelle ombre niente più che il chiaroscuro di quel frammento d’esistenza universale che è la nostra vita, sa perfettamente che chi non è disposto a perdere il potere non saprà neppure conquistarlo e che nessun uso del potere ‘per sé’ sarà mai un buon uso. Il nostro potere è per gli altri, rivolto a noi stessi diviene veleno. Mi fa dunque molto piacere apprendere che lei, pur non condividendo appieno le mie riflessioni, abbia comunque deciso di provare ad affidare ai suoi stretti collaboratori un po’ del suo potere. Sono convinto che anche se non potrà dire di fidarsi ciecamente di loro, la fiducia che loro ripongono in lei si accrescerà. Per questo motivo, fra qualche tempo, riconoscerà che da un lato avrà alleggerito il suo carico e dall’altro qualcuno avrà un motivo in più per apprezzarla. Di un giovane scrittore che le è connazionale ho letto qualche tempo fa questa frase che qui le lascio: «Il cavallo il cui cavaliere ha paura di saltare cadrà». Nell’affidare ad altri il suo potere proceda senza indugi o timori, e sia serena. Non dubito che così facendo constaterà personalmente che a perdere potere si guadagna in serenità. 

*** Carl Gustav JUNG, 1875-1961, psichiatra svizzero, fondatore della psicologia analitica, Letters 2:1951-1961, citato da Gian Piero Quaglino, docente di psicologia della formazione all’università di Torino, e Augusto Romano, analista junghiano, A spasso con Jung, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2005. 


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