lunedì 23 marzo 2015

#LIBRI PIACIUTI / Eric Ambler, Viaggio nella paura

Eric AMBLER, 1909-1998, scrittore britannico
Viaggio nella paura, 1940, Adelphi, 2015
traduzione di Mariagrazia Gini
pagine 226, € 17.00, ebook € 8,99

Siamo nei primi anni della seconda guerra mondiale. Un ingegnere inglese, project manager di un'azienda che produce artiglieria navale, è in Turchia per lavoro. Sta per rientrare in patria al termine della sua missione, e a Istambul, prima di lasciare il paese, si trova 'messo in mezzo' in un intrigo internazionale: un tentato omicidio gli fa scoprire di essere al centro di un conflitto tra servizi segreti tedeschi e turchi. Lo vogliono morto. E il viaggio di ritorno in Inghilterra, che dovrebbe essere in incognito, su un mercantile che dovrebbe ripararlo da ogni possibile attentato, diventa appunto un 'viaggio nella paura'.

Non amo particolarmente i libri di spionaggio, ma questo è un piccolo gioiello. E bene ha fatto l'editore a ripubblicare il testo del 1940. Del resto l'autore è uno scrittore britannico di valore, oltre che famoso: e qui ce ne dà un esempio.

Scrittura precisa, 'secca', senza 'svolazzi'. Che sa concentrarsi sul tema centrale della storia, con descrizioni puntuali ed efficaci del protagonista e dei personaggi. Che sa mantenere tensione in ogni pagina e ti fa vedere ciò che leggi come si svolgesse in un film in bianco e nero di quegli anni: un'atmosfera grigia e cupa, che lievemente ti opprime, ma 'piacevolmente', e quanto basta per poi meglio sorprenderti con i colpi di scena. 
Il lettore immagina di avere accanto l'ingegnere braccato: condivide le sue ansie, il suo sentirsi in trappola, la sua paura per il destino che sembra segnato, ma anche i suoi ambivalenti sentimenti con la avvenente ballerina che si ritrova in nave come compagna di viaggio, dopo averla conosciuta in un locale notturno la sera prima del tentato omicidio.

In sostanza, un libro davvero coinvolgente (e qui il termine 'intrigante', spesso usato a sproposito, è quanto mai azzeccato): non banale, ben scritto e costruito con sapienza e intelligenza. E che dimostra come le divisioni di 'genere', che tendono a distinguere la letteratura tra 'alta' e 'bassa', siano in molti casi false e fuorvianti.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura

° ° °
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Haller alzò le sopracciglia. «Kuvetli? Allora si chiama così! Ho chiacchierato con lui, stamattina. Parla tedesco molto bene e conosce un po’ Berlino».
«Parla anche inglese, e un ottimo francese. Ha viaggiato molto».
Haller borbottò. «Avrei detto che un turco che ha viaggiato molto dovesse essere stato ad Atene».
«Vende tabacco. La Grecia lo produce».
«Sì, certo. Non ci avevo pensato. Tendo a dimenticare che la gran parte dei viaggiatori non si muove per vedere, ma per vendere. Abbiamo chiacchierato venti minuti. Parla senza dire nulla. Di solito concorda, o afferma cose indiscutibili».
«Dev’essere una deformazione professionale. “Il mondo è il mio cliente, e il cliente ha sempre ragione”».
«Mi incuriosisce. È tanto semplice che sembra finto. Il sorriso è un po’ troppo stupido, i discorsi un po’ troppo evasivi. Dice qualcosa di sé nei primi dieci minuti di convenevoli, e poi basta. È strano. Una persona che inizia a raccontare di sé in genere continua. E poi, si è mai visto un commerciante turco che sia un sempliciotto? No... mi fa pensare a uno che vuol dare un’impressione ben precisa agli altri. Vuol essere sottovalutato».
«Ma perché? Non deve venderci tabacco».
«Forse, come lei suggerisce, vede nel mondo intero un cliente. (Eric Ambler, Viaggio nella paura)
»


http://it.wikipedia.org/wiki/Eric_Ambler

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