sabato 31 gennaio 2015

#SPILLI #IMPRESA / Il peggior consulente (Massimo Ferrario)

Qualche tempo fa, chiacchierando tra colleghi consulenti e amici che lavorano in azienda, si è discusso di chi sia il 'peggior consulente' che possiamo incontrare.

Mi sono ricordato di un vecchio dialogo che scrissi quasi trent'anni fa. E che ripropongo oggi.

La crisi economica, e la conseguente disperata caccia alla commessa, unita a una certa postura psicologica da sempre diffusa nella nostra cultura italiana (e non solo di impresa o consulenziale), producono spesso il ‘peggior consulente’

Basta guardarsi in giro. E avere il coraggio di vedere. 
Facendosi un po’ di autocritica. Per chi vi appartiene, se non a livello individuale, almeno di ceto professionale. Senza chiudersi corporativamente in una permalosità irritata e ‘reattiva’: come sempre avviene tra le corporazioni.

Potremmo scoprire che, in fondo, quanto scrivevo nell'altro secolo vale pure per questo secolo. 
E che non c'è nulla di inventato. Anzi.
Purtroppo.

° ° ° 

«Vede dottore, adesso ci siamo. Ormai siamo maturi. Non è più come un anno fa, ricorda?»
«Perfettamente.» 
«Oggi possiamo tentare. Anzi, dobbiamo. Perché esistono le condizioni.»
«Certo.» 
«Però vorrei una cosa dura. Intensa. Che lasci il segno. Lei mi capisce, vero?»
«Sicuro.» 
«Una vera e propria full immersion. Da giovedì a domenica. Serate comprese. Potrebbe essere una soluzione, le pare?»
«Infatti.»
Anche se, a ben pensarci, come prima iniziativa, non vorrei che poi… Forse andrebbe meglio una cosa più diluita.» 
«Be’, in effetti…» 
«Sempre residenziale, ma a moduli. Impegnativa ugualmente, ma meno di impatto. E più compatibile con le esigenze operative.»
«Condivido.» 
«A meno che non decidiamo di partire dall’organizzazione.» 
«Anche.» 
«Facendo chiarezza. Pulendo finalmente le responsabilità. Definendo esattamente le deleghe.»
«Sarebbe determinante.»
«Perché vede, il nostro problema sono gli obiettivi. Non li abbiamo, non li sappiamo gestire. Testa bassa sull’oggi e via andare. Che ne direbbe di un bel sistema di MBO?»
«Fondamentale.» 
«Purché poi non ci si dimentichi dei Quadri. E dei Professional. Lei lo sa, costituiscono una risorsa essenziale. E noi non li conosciamo abbastanza. Prestazioni, potenziale: sono strumenti ancora ignorati qui dentro. Sarebbe ora di introdurli.» 
«Direi proprio.»
«Soprattutto il potenziale. Anche per pianificare un po’ meglio il futuro. Però non il solito assessment: troppo psicologico, drammatico, impegnativo. Una cosa più soft. Tranquilla. Che faccia poco clamore.» 
«Intuisco.»
«Le persone non devono sapere nulla. Un piccolo corso di formazione: che, così, tra un insegnamento e l’altro, surrettiziamente…» 
«Chiarissimo.» 
«Allora mi fa avere una proposta scritta?» 
«Senz’altro.» 
«Perfetto. La ringrazio. Mi piacciono persone come lei: pragmatiche, competenti, flessibili. Che sanno ascoltare il cliente. Consulenti con cui ci si intende subito.» 

*** Massimo Ferrario, Il peggior consulente, per 'Mixtura' - Testo parzialmente rivisto nella forma, ripreso da M. Ferrario, ‘Consulente? Dipende’, “Impresa e Società”, n. 4, luglio-agosto 1988.
Anche in 'altrisguardi', 172, 7 maggio 2014

fonte anonima, dal web

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